Le Bizzarre avventure di jojo: Stardust Crusaders - recensione

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  1. Kabutomaru
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    Le Bizzarre avventure di jojo: Stardust Crusaders - recensione manga



    Dettagli

    Titolo inglese: Le Bizzarre avventure di jojo: Stardust Crusaders
    Titolo originale: ジョジョの奇妙な冒険 スターダストクルセイダース
    Genere: Action, Adventure, Shounen
    Autore: Oh! Great (Story & Art)
    Editore: Araki, Hirohiko (Story & Art)
    Stato: Completo
    Volumi: 16


    Recensione:

    Nuova serie e nuovo Jojo, questa volta la saga generazionale prosegue con il nipote di Joseph Joestar, ovvero il liceale diciasettenne Jotaro Kujo. Star Comics ci ripropone l’intera serie di Stardust Crusaders in 10 maxi-volumi da 300 pagine ciascuno, al prezzo di 6 euro l’uno. Prima di parlare della storia, bisogna dire che Araki decide di accantonare definitvamente l’idea delle onde concentriche che stava alla base delle due precedenti serie, per introdurre il concetto di “ Stand”. Essi sono entità spirituali generate dall’energia vitale del portatore, al quale sono indissolubilmente legati combattendo a loro fianco. Ogni stand ha poteri diversi l’uno dall’altro ed in questo modo l’autore può sbizzarrirsi con combattimenti e dove farà prevalere il suo estro creativo. Gli scontri sono assurdi, folli, bizzarri ma anche molto tattici, perché non vince chi ha il power up (tranne in un caso), ma prevale chi ha elaborato la miglior strategia, il che è una vera innovazione rispetto agli shonen del periodo. Araki quindi riesce a catturare l’interesse del lettore su una storia che si regge sui soli combattimenti.

    La trama di Stardust Crusaders…non ne ho idea. Ci troviamo nel Giappone di fine anni 80 quando dopo 100 anni di letargo in fondo al mare, si risveglia il nemico per eccellenza dei Joestar, Dio Brando. Per contrastarlo adeguatamente si risvegliano sia in Joseph Joestar che nel protagonista Jotaro Kujo dei poteri latenti chiamati “Stand”. Essendo una Joestar, lo stand si manifesta anche nella madre Holly, la quale non riuscendo a controllarlo, rischia di morire. Così con questo pretesto i nostri protagonisti Jotaro e Joseph a cui si uniranno nel corso della storia Kakyoin, Polnareff, Abdul e Iggy. Costoro intraprenderanno un lunghissimo viaggio battendo a suon di mazzate, spacconate e tamarrate batterrano nemici via via più forti sino a giungere in Egitto dove risiede Dio Brando. La storia è tutta qui…una lunga sequela di combattimenti, che pur essendo avvincenti e gradevoli da seguire sono slegati l’uno dall’altro. I vari scontri sono legati tra loro da niente e tranne in pochi casi, non si hanno ripercusioni significative nel corso della narrazione. Araki fa prevalere la frammentarietà sull’unità, tanto che in molti punti è palese che l’autore creava la trama al momento senza alcun piano prestabilito e ciò si ripercuote nel corso della lettura, dove si notano non poche incoerenze. In un manga dove la trama è inesistente, anche i personaggi sono sacrificati risultando scialbi e poco interessanti. Jotaro Kujo teppista dal cuore d’oro è uno dei protagonisti più anonimi che si possano riscontrare in un manga, poiché ha poco carisma e non riesce ad emergere mai se non in un paio di scontri dove i nervi saldi la fanno da padrona e nell’epico scontro finale. Stessa cosa anche per Joseph, Kakyoin e Abdul che non hanno mordente e sono poco curati. Anche la marea di cattivi apparsi, risultano poco caratterizzati così come l’antagonista per eccellenza, Dio Brando, è di una piattezza unica e ben lontano da quello di Phantom Blood. Una delle poche note positive del manga, è l’ambientazione mutevole, poiché i nostri protagonisti compiranno un lungo viaggio di 10.000 chilometri passando per vari paesi che non sono meri sfondi ma emergono nel corso della storia con il loro fascino esotico.

    Stardust Crusaders non rieasce a nascondere il fatto di essere una serie sperimentale che pur presentando elementi di evidente originalità ( gli stand hanno ispirato le successive generazioni di mangaka), non riesce a nascondere il suo essere troppo sperimentale e per tal motivo non me la sento di darle un voto più basso. I combattimenti sono l’unica cosa che mi ha impedito di mollare la serie facendomi molte volte domandare “adesso questo tizio come lo battono ?”, ma dopo un po’ un lettore esigente incomincia a stufarsi dei combattimenti senza sosta privi trama. Il disegno però migliora e Araki riesce a trovare un suo stile personale, abbandonando le influenze di Tetsuo Hara. I combattimenti con gli stand sono resi in modo chiaro e preciso e soprattutto ho adorato il modo in cui Araki usa i retini per creare gli stand. Comunque rispetto alle due serie precedenti serie, Stardust Crusaders ne esce ridimenzionata ma Araki saprà rifarsi in parte più avanti.


    Voto: 6.5/10




    Edited by blasto - 9/7/2016, 12:03
     
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  2. Serpico_
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    Non so' se sia il topic adatto,comunque Kabuto tu hai letto la settima serie di Jojo? Perche' non trovando le scan ita volevo provare a comprare un paio di volumetti?la serie merita?
     
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  3. Kabutomaru
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    Guarda vecchio io sto alla sesta serie di Jojo (al numero 3), la settima serie non l'ho ancora letta, ma da quel che ho capito:

    Qui deve leggere solo il vecchio :

    La settima serie è un reboot, in un universo alternativo.


    Generalmente ha recensioni abbastanza positive e i fan la collocano spesso tra i primi 3 posti, quindi io ti consiglio di recuperarla, specialmente se ti piacciono i road movie.
     
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2 replies since 29/8/2012, 15:49   245 views
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