Champions League & Europa League

Rosicava, era evidente, voleva vincere la coppa al Benabeu e non gliel'abbiamo lasciata.

Lo direbbero anche di voi se vinceste la coppa dopo 20 anni eh... visto che loro la vincono ogni 3 tipo. Questi quando rosicano sono super.

Ah comunque l'Inter che fa errori di reparto, non so se li vedi i gol che si prende l'Inter ma sono al 99% sempre errori individuali. Anche con la Juve e ieri.

Rosicava, era evidente, voleva vincere la coppa al Benabeu e non gliel'abbiamo lasciata.

Lo direbbero anche di voi se vinceste la coppa dopo 20 anni eh... visto che loro la vincono ogni 3 tipo. Questi quando rosicano sono super.

Ah comunque l'Inter che fa errori di reparto, non so se li vedi i gol che si prende l'Inter ma sono al 99% sempre errori individuali. Anche con la Juve e ieri.

Xavi sta ancora a rosica ahahaah

Xavi sta ancora a rosica ahahaah

Gerrard ha vinto 2 FA Cup, 2 Community Shield, 3 Coppe di lega, 1 Coppa Uefa, 1 Champions e 2 Supercoppe europee.

15 trofei ad 11 xD

Maldini, con 26 trofei si può dire che ha vinto molto più di Gerrard.

Che è la coppa di lega? xD Che poi io sinceramente manco ho considerato supercoppe e robette varie. Gerrard alla fine nemmeno un campionato ha vinto.

Zanetti senza farsopoli avrebbe vinto una paio di coppe italia, per cortesia il ciclo più immeritato e furfante della storia del calcio

il karma risponde a tutto, guardatevi dal tetto d'europa al quasi fallimento dove a giugno 2014 avete fatto registrare un magnifico -106 milioni a bilancio.

Zanetti il più anonimo della storia e senza carisma? Metteva sotto persino Cambiasso e Materazzi, due mafiosi. Ma se lo dice uno juventino che vuole spalare merda senza nemmeno conosce la persona allora mi devo fidare

Cioè allora diciamo che Del Piero è nelle stesse condizioni di Zanetti, no? E Maldini anche magari, visto che tutti e tre si sono fatti rispettare in silenzio.

Però è Zanetti quello anonimo lol

O Del Piero non conta perché era un attaccante e segnava e quindi era più importante? Che qua chissà a cosa vi attaccate.

Eh va bé allora si giocano più coppe in Inghilterra, non è giusto lol

Ci manca solo che mi metto a fare Galliani xD
No, dico solo che se chiedi a Gerrard se preferisce tre supercoppe e due coppe di lega ad un campionato vinto, dubito che risponde la prima. Meglio un campionato a cinque coppe simili, il campionato gli manca e lui è pure inglese quindi la sentiva di più. Direi che è una grave mancanza.

Non è che se sei scorretto o protesti platealmente sei carismatico.
Ma di solito sono gli uomini di spessore della squadra a farsi sentire, con gli arbitri e con gli altri in generale.
Io Zanetti me lo ricordo sempre con la stessa faccia da ebete remissivissimo che non se lo inculava nessuno, magari sbaglierò.

Sul lato tecnico non è stato manco tra i primi, boh, 10 terzini degli ultimi 10 anni. Non devi per forza essere un attaccante per essere grande, basta essere leader nel tuo ruolo, cosa che Zanetti non è mai stato.

Poi si dai si fa per provocare, tranqui. Sono troppo in lutto per Ancelotti esonerato per essere più pungente.

ahahahhaha ti amo shika <3

Bhe, però secondo me Xavi stava rosicando molto in quel momento, non sempre ovvio, ma in quell'occasione li si.
Insomma shika una champions è sempre una champions, il trofeo più importante!!

Si questo è pacifico, per restare nella storia serve continuità di vittorie, come il Barca ha fatto per esempio, ma per me questo non esclude il rosichio ma anzi lo alza.

Uno abituato a non vincere niente non dice niente.

Ma uno abituato a vincere tutto secondo me rosica di più degli altri, non per invidia, ma proprio perchè gli rode il culo che qualcuno abbia fermato, seppur solo per un anno, lo strapotere blaugrana.

shika ma sta finale chi la vince??

L'Inter la dinastia non se l'è creata un po' per manifesta incapacità dei dirigenti un po' per sfortuna. Per continuare la dinastia innanzi tutto ci voleva la permanenza di Mourinho.

Purtroppo noi non siamo né il Real né il Barcellona quindi se una di quelle chiama te stai già pensando ad andare lì, la sfortuna è stata quella. Poi come ho detto l'incapacità, quella di voler rinnovare a dei giocatori ormai ultra maturi che hanno dato tutto quello che potevano dare in quell'annata. Lì un investitore non tifoso avrebbe venduto Milito e Maicon arrivando a prendere una settantina di milioni almeno, rifacendosi la squadra, poi vai a prendere Benitez?

Vendono Balotelli e si vanno a cautelare con Byabiany ed un Coutinho che ancora doveva mettere i peli sul pube e non era pronto.

Comunque Shika, non puoi paragonare Palladino a Sneijder. Chi minchia era Palladino nella juve? Sneijder ormai faceva parte del "senato". Un po' come se ora si mandano a cagare per una situazione Chiellini e Bonucci, mica uno dei due smette di giocare.

Per quanto riguarda Xavi, lì rosicava, c'è poco da aggiungere, che poi alla lunga su di noi ha avuto ragione, ma cazzo se rosicava in quel momento. C'aveva la finale al Bernabeu, potevano vincerla in faccia ai madridisti, già solo per quello c'era da rosicare.

Per continuare la dinastia innanzi tutto ci voleva la permanenza di Mourinho.

Nel maggio 2010, dopo aver assunto la carica di dirigente, Andrea Agnelli ha creato il suo gruppo di lavoro. Lo staff dirigenziale completo è composto da circa 20-25 persone: Marotta, Calvo e Mazzia rispondono direttamente a lui, mentre gli altri (tra cui l'allenatore, ma ci tornerò dopo) riportano, a seconda dell'area di riferimento, ad uno dei tre dirigenti citati. In estrema sintesi, Agnelli ha dato l'indirizzo, ma poi ha lasciato ampia delega a ciascuno di loro per attuarlo. “E quindi?” direte voi. Capisco che possa sembrare una notizia poco interessante, ma vi posso assicurare che dietro queste poche parole c'è una view aziendale ben definita. Indicare un obbiettivo preciso (e sottolineo: preciso) ad un dirigente e poi delegargli la realizzazione dello stesso (e ri-sottolineo: senza intromissioni) ha un sacco di vantaggi: primo fra tutti permette di valutare la capacità di questo dirigente di raggiungere l'obbiettivo fissato; poi consente di individuare, in caso di mancato raggiungimento, il responsabile del fallimento stesso; infine consente di identificare facilmente sia l'errore quanto il responsabile, ed è pertanto più semplice porvi rimedio. Non ultimo, fornire una linea giuda generica e vincolate invece di singoli mandati rivedibili di volta in volta, consente di stabilire a priori dei criteri funzionali su cui basare le singole decisioni, con tutti i vantaggi che comporta in termini di rapidità di esecuzione e riduzione dell'imprevisto.
Il mandato di Marotta è chiaro: “eccellenza sportiva coniugata con l'equilibrio finanziario”. Non si privilegia una/o a scapito dell'altro/a. Ora, non so se Marotta sia più o meno bravo di altri dirigenti e se potrebbe essere vantaggioso o meno per l'azienda Juventus sostituirlo con altri più capaci: sta di fatto che ha dimostrato di saper raggiungere l'obbiettivo che gli è stato assegnato. Conseguenzialmente a questo, un dirigente si aspetta che il suo mandato sarà rinnovato in caso di successo, e così è stato. Ed anche la “coerenza” è un valore aziendale importante.

Coerentemente con quanto sopra, è stato individuato nel Prof. Roberto Sassi il Responsabile del Training Check Juventus. Il suo mandato è quello di costruire metodologie di allenamento indipendenti dal preparatore atletico di turno.
Questa cosa è sempre stata un mio “pallino”, perché trovavo assurdo delegare in toto all'esterno un fattore così importante qual è la preparazione atletica. Non sono mai riuscito a concepire che una società, una volta scelto l'allenatore, fosse costretta a cambiare anche lo staff dei preparatori atletici, solo perché l'allenatore ne ha altri di sua fiducia. Ok, c'è una logica in questo; ma il fatto che siano “di sua fiducia” non significa che siano anche “di fiducia” della società. Sono molto lieto di sapere che c'è qualcuno “di fiducia della società”, responsabile di oneri ed onori, a cui il nuovo preparatore deve fare riferimento.

Il mercato. Marotta ha la delega per l'area tecnica e quindi per il mercato. E' lui che decide “perché tanto, se anche hai un potere e non lo usi, poi è comunque colpa tua, e quindi...” (Marotta, più o meno virgolettato). Può scegliere liberamente tra parametri zero o cartellini costosi, però ha un limite: i soldi “veri” si spendono per giocatori di prospettiva. La ratio è abbastanza banale: un “giovane cartellino altamente oneroso ma a basso ingaggio”, in caso di fallimento, può sempre essere rivenduto limitando i danni; un “vecchio campione ad alto ingaggio” invece devi tenertelo sul groppone fino alla scadenza ultima del contratto, per cui in questo secondo caso non ci devi spendere troppi soldi. Non solo; il “giovane cartellino di prospettiva” può trasformarsi in una corposa plusvalenza; cosa che difficilmente si verificherà per l'anziano campione, anche se essere “a parametro zero” lo rende apparentemente più conveniente, almeno all'inizio.
Con queste premesse, si può valutare la coerenza delle scelte di mercato della Juventus in questi anni; si capisce bene perché Agnelli fosse stato così categorico sul possibile ritorno di Ibrahimovic e si può provare ad indovinare le scelte future della società Juventus.

Allenatore manager (alla Ferguson). Agnelli è stato categorico: “Nella mia visione non c'è spazio in Italia per una simile figura. Pertanto, certamente non c'è spazio alla Juventus” (le parole esatte non le ricordo a memoria, ma il senso era chiarissimo). Marotta ha la delega sportiva e decide sul mercato, l'allenatore allena.
Marotta poi ha spiegato che l'allenatore moderno deve necessariamente essere messo a parte delle dinamiche della società e coinvolto nelle decisioni (“cartellino + ingaggio fanno un numero, e a quello noi dobbiamo guardare per acquistare un giocatore”), ma alla fine l'allenatore va, la società resta, e quindi è la società che deve decidere.
Al di là di possibili speculazioni su ex allenatori, Agnelli e Marotta mi han tolto un peso in generale. Mi spiego. Allenatore e società hanno esigenze diverse. L'allenatore vuole vincere e non ha alcun interesse a programmare il futuro, perché verosimilmente “in futuro” sarà altrove. Inoltre, se il presente è stato radioso, in “un futuro prossimo” potrà spuntare migliori ingaggi ed ambire a panchine più prestigiose; se invece il presente è stato pessimo, il suo futuro è su una panchina ai giardinetti. Insomma, l'allenatore ha un orizzonte di breve/brevissimo termine: un anno, massimo due. La società invece l'esatto opposto: non ha alcuna necessità di bruciare risorse nel presente, a scapito del futuro. Consegnare le chiavi della società in mano all'allenatore può essere profittevole solo se di nome fa Ferguson e siede sulla panchina del Manchester United; può essere devastante se di nome fa Mourinho e siede sulla panchina nerazzurra.
Piaccia o non piaccia, una strategia volta a conseguire risultati sportivi di breve termine, ossia “vincere oggi”, che è nell'interesse dell'allenatore, può essere in forte conflitto con una strategia volta invece a preservare la continuità aziendale e tesa al “vincere anche domani”, tipica di una società duratura. Per cui, come dicevo, sapere che Agnelli e Marotta hanno ben chiara la problematica, mi ha tolto un peso dal cuore.